CLAUDIO ROTTA LORIA
e JORRIT TORNQUIST

“Le vibrazioni del colore” è un percorso nel lavoro dei due Maestri ROTTA LORIA e TORNQUIST protagonisti di questa doppia personale che coinvolge la percezione visiva, l’influenza della luce e delle ombre sul supporto artistico generato dal processo creativo dalla ferrea attenzione degli autori nella realizzazione di opere d’arte che possono essere definite, per via della loro intensa fase progettuale e teorica, opere di ingegneria artistica.

CLAUDIO ROTTA LORIA JORRIT TORNQUIST
MOSTRA ONLINE

Le vibrazioni del colore
4 DICEMBRE 2021 -30 GENNAIO 2022
CASTELLO DEL MONFERRATO
CASALE MONFERRATO (AL)

Claudio Rotta Loria ha iniziato giovanissimo, ben prima dei vent’anni, a immaginare un proprio mondo percettivo. È stata talmente rilevante questa fascinazione per l’universo della percezione, così stimolante e coinvolgente, da fargli perfino prendere la decisione, di costruire con pochi compagni di strada un gruppo di ricerca e proposta -Centro sperimentale di ricerca estetica-, il Gruppo Ti.zero

Un’arte programmata certamente quella di Claudio Rotta Loria, perché tesa ad una elaborazione strutturale, ed a una determinazione di tutte le coordinate che possano permettere allo spettatore di diventare parte attiva e conoscitiva nel riconoscimento dell’opera e delle sue molteplici variabili; ma un’arte in un certo modo di impronta tonale, con sonorità mai timbriche e mai sottolineate, giocate invece sui mezzi toni e sulle complementarietà.

Nelle “Superfici ad interferenza luminosa” Claudio Rotta Loria fa incidere il foglio e lo solleva al fine di creare delle forme geometriche semplici, disposte a calcolati intervalli regolari, che si staccano dalla superficie, facendola passare ad una concezione tridimensionale; il lato nascosto di queste è infine colorato.

Nelle opere di Claudio Rotta Loria gli interventi appaiono in un primo momento di una raffinatezza e semplicità quasi disarmanti, minacciando di consacrare l’opera ad un minimalismo della seconda ora, in realtà questi, con la complicità del fruitore e dell’ambiente, donano all’opera una singolare vivacità e un’identità propria, mai riscontrata in precedenza.

JORRIT TORNQUIST

“Il colore è dappertutto, nasce nella luce del giorno e si manifesta nel cielo e nei mari come anche nei nostri occhi, ed è sempre mutevole: la pelle del camaleonte, della bolla di sapone o dello strato sottile dell’olio sull’acqua. Il colore è superficie, pittura, trucco, abito cresciuto o indossato, segnaletico o mimetico…” Jorrit Tornquist

Tornquist riproduce il complesso gioco luce-colore-ombra attraverso la sovrapposizione di numerosi strati di colore acrilico, sapientemente mescolato per generare iridescenze particolari, fino a raggiungere concrezioni materiche tali da creare punti di buio. Questa concezione di un colore attivo, energico, che gioca con lo spettatore e con l’ambiente, prende una forma artistica compiuta.

La tela, accuratamente dipinta con tonalità e sfumature rare e ricercate, non aderisce completamente al telaio ma ne lascia libero un angolo ritirandosi da un lato e dando origine ad una serie di pieghe, in tal modo sorge un prolifico dialogo tra pieno e vuoto, tra l’ambiente e l’opera e su queste pieghe opalescenti la luce slitta e guizza originando effetti sempre nuovi ed inaspettati.

La grande portata di cui si fa carico Tornquist è apertamente quella di aver applicato con lucidità, grande gusto estetico ed una tendenza al totale, le liriche teorie del colore e le severe formule chimiche del pigmento alla realtà semplice e concreta del mondo che vediamo e viviamo ogni giorno, conferendo dunque una forma quotidiana al colore, solitamente inteso invece secondo accezioni artistiche pure e lontane dal consueto.

TUTTE LE OPERE

CLAUDIO ROTTA LORIA

Claudio rotta loria (torino, 1949), esponente dell’arte programmata italiana, sviluppa negli anni una ricerca sui temi della strutturalità visuale, dell’indagine ottico-percettiva e del rapporto arte-scienza, con particolare attenzione al metodo e alle procedure che danno luogo all’opera, nel contesto di un’estetica strutturale- costruttiva. La sua ricerca, si articola in cicli paralleli di opere fra loro collegati che mantengono il carattere unitario di un progetto totale e una coerenza e riconoscibilità complessiva del lavoro.

Questa modalità d’indagine ha spinto rotta loria non solo a indagare i due i poli dialettici intorno ai quali si concentra la sua attività sperimentale: da un lato il processo costruttivo dell’opera e le sue variazioni strutturali, dall’altro la sensibilità soggettiva e il valore poetico della geometria (superfici interattive, cromoplastici, superfici a interferenza luminosa, spazializzazioni di forme elementari, interazioni, etc. ); una tale ricerca ha impegnato l’artista nell’analisi delle implicazioni spaziali e della funzione sociale dell’opera nel suo rapporto con l’ambiente mediante interventi in natura e installazioni in situ; nella verifica delle possibili corrispondenze grammaticali – sollecitato dal paradigma linguistico-strutturale – tra il sistema di segni della geometria e il sistema di segni della comunicazione non verbale (per un’indagine etno-semiologica del gesto); nell’esplorazione degli aspetti sensibili ed emozionali della pittura (spazi di trame e di tensioni); fino a misurarsi con la suggestione geografica resa in opere dalla forte spazialità totale, germinativa, coinvolgente (geo-grafie, equatori, promenades chromatiques circulaires).

Cofondatore del “Ti.zero. Centro sperimentale di ricerca estetica” di Torino, Rotta Loria ha allestito dal 1966 oltre cento mostre personali e grandi installazioni in Italia e all’estero ed è stato invitato a numerose rassegne internazionali in Europa, Stati Uniti, Canada e Australia. Tra queste si segnalano la Quadriennale di Roma (1975), gli Encontros Internacionais de Arte di Lisbona e Porto (1975), l’Arteder di Bilbao (1982), Fabriano(c)arte (1985), la Biennale International du Pastel di Saint-Quentin (1988 e 1990), il Forum Konkrete Kunst di Erfurt (1994), la International Triennale of Contemporary Art di Praga (2008), la Scultura internazionale a Racconigi (2010), e la Biennale di Venezia (2011 e 2017).

I suoi lavori sono stati esposti al Centre Georges Pompidou di Parigi (1981), al Parlamento Europeo di Strasburgo (1995), alle Gallerie d’Arte Moderna di Torino (1999), Zagabria (2007) e Praga (2008), e alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma (2012).

Sue opere sono presenti in collezioni di musei e istituzioni italiane e straniere e includono opere a parete, sculture e installazioni. Da ricordare inoltre una fontana (sita a Raron, Svizzera) e la storica cassa acustica Apologue di Goldmund – premiata nel 1987 dal MOMA di New York per il suo unico design.

Nel 2008, Rotta Loria ha rappresentato l’Italia come “Artist in Residence” all’Istituto di Cultura di Zagabria in occasione della rassegna “Night of EU Cultural Institutes”.

JORRIT TORNQUIST

Jorrit Tornquist è nato nel 1938 a Graz (Austria), dove ha studiato nel 1956 Biologia all’Università e nel 1958 Architettura al Politecnico.

Dal 1959 si dedica esclusivamente alle ricerche sul colore dal punto di vista scientifico. Dal 1965 importanti gallerie organizzano una serie di mostre in moltissime città italiane tra cui Milano, Venezia, Genova, Torino, Livorno, Roma, Firenze, e in alcune città straniere tra cui Bruxelles, Francoforte, Zurigo, Vienna, Berlino, Budapest e Tokyo. Ha esposto in prestigiosi spazi pubblici quali Palazzo Reale a Milano, il Public Eye di Amburgo, il Museum of Drawers e il Mc Crony Collection di New York, il Museo Soto di Ciudad in Venezuela, il Museum of Modern Art di Eilat in Israele, e a Zagabria, Barcellona, Zurigo. Nel 1966 entra a far parte del Forum Stadtpark di Graz e realizza il suo primo “color-project” pubblico a cui seguiranno molti altri, negli anni successivi, in Italia e all’estero. Nel 1967 fonda a Graz il gruppo “Austria-Ricerche su griglie di impulsi”, e nel 1972 “Team-colore” a Milano. Sono anni di grande impegno, dal 1975 partecipa a numerosi convegni tra cui: Arte pubblica a Graz, Arredo Urbano a Stresa, Colorazione Città Alta di Bergamo, Abitare a Bologna, Arte & Industria a Vienna, Triennale a Milano. Nel 1973 entra a far parte del “Colour-Center” di Tokyo, nel 1977 del gruppo “Surya” di Milano e nel 1995 crea il gruppo “Color & Surface” che è attivo a Barcellona, Milano e Vienna per “color-project” pubblici e privati.

Nel 1986 è invitato alla XLII Biennale Internazionale di Venezia nella sezione “Arte Scienza e Colore” con Veronesi, Le Parc, Munari, Vasarely, Max Bill, Loshe, Albers, Gerstner e Fontana. Nel 1994 figura tra i dieci artisti internazionali invitati alla mostra “Big and Great” di Palazzo Martinengo a Brescia. Nel 1995 è membro del Comitato Scientifico del Politecnico di Milano. Nel 1997 partecipa alla mostra “Le Geometrie dell’Universo” al Convento dell’Annunciata di Rovato, Franciacorta. Nel 1998 è direttore del Comitato Scientifico dell’Istituto del Colore di Milano. Del 1999 sono la sua antologica al Museo Sertoli Salis di Sondrio e la mostra con opere di grandi dimensioni al Museo di Gazoldo degli Ippoliti a Mantova. Nel 2000 partecipa allo Spazio Culturale della Fiera d’Arte di Montichiari (Brescia) e, nel 2001, allo “Start-up” di Cologno (Brescia). Nel 2007 è invitato alla Biennale “Stemperando”, svoltasi alla Galleria Civica d’Arte Moderna di Spoleto, a cura di Giovanna Barbaro. Numerosi i riconoscimenti: nel 1967 il Premio Wittmann a Vienna, nel 1968 per la partecipazione all’Eurodomus a Torino, nel 1970 Premio Architettura 2000 di Trigon, nel 1972 Premio per il Colore alla Fiera del Mobile a Monza. Tra i suoi ultimi interventi urbanistici: il nuovo Termovalorizzatore dell’ASM di Brescia, il depuratore del Garda a Peschiera, la ex Italcementi di Tavernola sul lago d’ Iseo, e la colorazione della Galleria Tito Speri di Brescia.